Risarcimento danni estetici
 

RISARCIMENTO DEI DANNI ESTETICI


Va premesso che in sede penale, il danno estetico quale lo sfregio permanente è considerato aggravante della lesione personale, che è in tal caso considerata gravissima, allorché riguardi il viso e non altre parti del corpo; ma ciò non significa che i danni estetici, anche se non riguardanti il volto, non diano luogo a risarcimenti. Infatti in sede civilistica il concetto di danno estetico e quello di fisiognomonica non è localizzato ai soli tratti del volto, ma comprende l'intero soma: onde anche una zoppia, o la deformazione di un braccio, una brutta cicatrice a una gamba in una donna,si considerano oggi perturbazioni estetico-fisiognomoniche.

La menomazione dell'efficienza estetica comporta, in ogni caso, un danno biologico, ma essa può avere anche incidenza sull'attività lavorativa concretamente svolta dall'infortunato. Si pensi ad esempio ad un modello od una attrice, i quali dell'estetica fanno il proprio mezzo di sostentamento, laddove subiscano una deturpazione del volto o del corpo a causa di esiti cicatriziali più o meno marcati e che quindi non possano più lavorare ovvero subiscano una diminuzione del reddito e quindi un danno patrimoniale.

E' ovvio che nel giudicare il risarcimento del danno estetico bisogna tener conto di fattori vari: sesso, età, condizione socio-culturale, stato anteriore (idoneità del soggetto passivo a subire un peggioramento fisiognomonico), ecc. e che ogni giudizio in questo settore deve essere esasperatamente individualizzato.
E' indispensabile e fondamentale, inoltre, che, quando si tratti di danni estetici relativi a reliquati cicatriziali, sia trascorso un adeguato lasso di tempo tra l'epoca della lesione e quella del giudizio peritale: un anno almeno, perché l'evoluzione e la trasformazione del tessuto cicatriziale è lentissima e accade non infrequentemente che venga giudicata deturpante una cicatrice che a stabilizzazione definitiva non arreca che un lievissimo pregiudizio fisiognomonico.

E' molto difficile tradurre in cifre o in 'punti' la menomazione estetico-fisiognomonica. Indicativamente, con molta approssimazione, si può dare qualche esempio che possa servire da guida analogica. Sarà definibile danno estetico di media gravità la perdita di un padiglione auricolare, una cicatrice della lunghezza di una decina di centimetri al viso non cheloide, anche se appariscente, un'ampia zona di tatuaggio su uno zigomo o su un'altra superficie sporgente del volto, una ptosi palpebrale monolaterale, una paresi di nevo facciale, l'accorciamento di un arto di 4-5 cm, la perdita protesizzabile di un bulbo oculare, ecc.

Sarà definibile danno estetico di elevata gravità, ad esempio, la perdita della piramide nasale, la perdita di ambedue i padiglioni auricolari, la permanenza di una cicatrice al volto che superi i 10 cm e sia deforme o cheloide, un lagoftalmo grave o una grave paralisi del facciale, la perdita di un arto superiore o inferiore o l'accorciamento di oltre 5 cm di un arto inferiore, una disartria accentuata, una grave ipofonia, ecc.
Tuttavia, l'indennizzo sarà in relazione alla possibilità di ridurre il danno estetico e quindi di eseguire con esito favorevole la operazione chirurgica di estetica o all'esito effettivamente conseguito ed, ad ogni buon conto, l'assicurazione che deve risarcire il danno tenderà sempre a minimizzare il pregiudizio subito, soprattutto in relazione alle ripercussioni puramente estetiche di un danno.

Il nostro Studio Legale, specializzato in questa tipologia di sinistri sull'intero territorio nazionale, è a disposizione a titolo gratuito nel caso necessitiate di una consulenza legale specifica su un eventuale risarcimento dei danni relativo ad un incidente stradale mortale.
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Il risarcimento danni delle cicatrici ed esiti cicatriziali

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